La pietra bianca di Michele Prisco a cura di Nando Vitali

La pietra bianca di Michele Prisco a cura di Nando Vitali

La pietra bianca di Michele Prisco a cura di Nando Vitali

Quattro racconti inediti, dagli anni '40 fino a un più recente registro stilistico, dove la nitidezza del linguaggio, il gesto morbido dello stile, rappresentano una lezione di scrittura indimenticabile. Una narrativa al di fuori del tempo, dove ogni storia e personaggio restano indelebilmente impressi nella memoria.

Informazioni sul libro

Quattro racconti inediti, dagli anni ’40 fino a un più recente registro stilistico, dove la nitidezza del linguaggio, il gesto morbido dello stile, rappresentano una lezione di scrittura indimenticabile. Una narrativa al di fuori del tempo, dove ogni storia e personaggio restano indelebilmente impressi nella memoria.

Dettagli
Autore: Michele Prisco
Editore: Graus editore
Anno di Pubblicazione: 2003
ISBN: 8883460480
Michele Prisco

Michele Prisco (Torre Annunziata, 4 gennaio 1920 – Napoli, 19 novembre 2003) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Nato e cresciuto a Torre Annunziata in un ambiente borghese che poi costituirà lo sfondo dei suoi libri. Si laurea in giurisprudenza e supera anche gli esami di procuratore legale, ma alla carriera di avvocato preferisce quella di giornalista e scrittore.
Nel 1942 viene pubblicato sul mensile del Corriere della Sera, La Lettura, il suo primo racconto, Gli alianti. Prima di partire militare collabora con la Gazzetta del Popolo di Torino e anche durante i lunghi mesi passati sul fronte prosegue il suo percorso di formazione grazie a commilitoni, in seguito divenuti amici di una vita, come gli scrittori Gino Montesanto, Mario Pomilio e il pittore Enrico Accatino. Alla fine del conflitto riprende l'attività giornalistica collaborando con varie testate, sia quotidiane che periodiche.
Nel 1949 pubblica il suo primo libro, La provincia addormentata, che gli vale la medaglia d'oro per l'opera prima al premio Strega di quell'anno. L'anno successivo Gli eredi del vento gli frutta il Premio Venezia per l'inedito.
Nel 1951 si sposa e si trasferisce a Napoli, città che ama e in cui vivrà fino alla morte.
Negli anni sessanta è, con Mario Pomilio, Domenico Rea, Luigi Compagnone, Luigi Incoronato, Gian Franco Venè e Leone Pacini Savoj, tra gli animatori della rivista letteraria Le ragioni narrative di cui sarà anche direttore. Continuò anche il suo impegno giornalistico come critico cinematografico e letterario e per un decennio ricoprì la carica di vice segretario del Sindacato Nazionale Scrittori.
È stato uno scrittore molto prolifico e apprezzato sia dal pubblico che dalla critica che ne amò subito lo stile ricco e pastoso. E anche il cinema lo scoprì, dando vita a Una spirale di nebbia, fortunata versione cinematografica del suo romanzo omonimo.
Nei suoi primi libri (La provincia addormentata, Gli eredi del vento e soprattutto Figli difficili) Prisco descrisse la borghesia partenopea, con tutte le sue debolezze e i suoi limiti, fra cui l'incapacità di proporre per Napoli alternative concrete a una situazione di stagnazione sociale e economica che ne impediva lo sviluppo. Successivamente lo scrittore, pur continuando a sviscerare il mondo delle classi medie della sua città, cercherà di inglobare nella sua analisi anche i ceti più popolari, senza però mai introdurre nei suoi romanzi quelle connotazioni macchiettistiche e di folklore che saranno tipiche di gran parte della letteratura napoletana del dopoguerra.
Lo scrittore amava trascorrere le vacanze nella villetta di Vico Equense, da lui chiamata affettuosamente «la casarella».
È morto a Napoli il 19 novembre 2003.

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